Messico - Chichen Itza
In origine, il sito aveva una diversa denominazione, difficile a ricostruire data la mancanza di uniformità ortografiche. Uuc Yabnal, Uuc Habnal, Uuc Hab Nal, Uc Abnal rappresentano possibili versioni dell’originario nome, di cui la prima parte significa sette, mentre la seconda è di difficile individuazione (cespuglio, grano, pietra, caverne). Probabilmente, in base a quanto si leggerà successivamente, l’ultima traduzione "Sette caverne" è quella più verosimile.
Il nome Maya "Chich'en Itzá" significa alla bocca o orlo (Chi) del pozzo (Ch'en) degli Itzá (un gruppo etnico che dominò politicamente ed economicamente lo Yucatan settentrionale) . In Spagnolo, il nome viene unito e diventa Chichén Itzá, noi scriveremo qui semplicemente Chichen Itza.
Chichen Itza, un vasto sito archeologico pre-colombiano, divenne noto internazionalmente nel 1843, dopo la pubblicazione del libro "Incidents of Travels in Yucatan" di John Lloyd Stephens (illustrato da Frederick Catherwood). In questo libro l’Autore raccontava della sua visita allo Yucatan ed alle città Maya, tra cui Chichen Itza, dove, nonostante la mancanza di fiumi superficiali, due ampie foibe o caverne (profondi buchi naturali) chiamate "cenotes", ricolme di acqua, resero possibile l’insediamento umano. La porosità del suolo, rendeva permeabile la superficie, consentendo la sua lenta caduta nelle voragini sottostanti, originando delle stalattiti e laghetti sotterranei. L’immagine mostra un cenote "anomalo", visto che è visibile dalla superficie. Nel 1894, il Console statunitense nello Yucatan, Edward Herbert Thompson, comprò l’Hacienda Chichen, in cui ricadevano le rovine di Chichen Itzá. Per un trentennio, il Thompson esplorò il sito archeologico, iniziando i primi scavi ed effettuando diverse scoperte; tra queste, si è soliti ricordare quelle effettuate tra il 1904 ed il 1910, nel cenote più conosciuto, detto "Sagrado", dove vennero recuperati articoli d’oro, di rame, giada, vasellame, resti di armi di legno e vestiti precolombiani, nonché resti umani (che indagini posteriori hanno confermato derivare da sacrifici umani). Si trattò di ritrovamenti che confermarono quanto sostenuto dalle fonti letterarie maya e spagnole, cioè che i Maya pre-colombiani erano soliti offrire in dono al Dio della pioggia "Chaac" degli oggetti e sacrificare esseri umani, gettandoli nei cenotes.
Si ipotizza che Chichen Itza abbia raggiunto una certa importanza verso il 600, anche se solo più tardi divenne un punto di riferimento politico, economico, culturale, nei territori Maya settentrionali, proprio mentre i principali centri dei territori Maya meridionali cominciavano a declinare. L’apogeo abbraccerebbe un arco temporale che va da tardo Classico, al terminale Classico, fino alla prima parte dell’iniziale post-classico.
L’architettura e l’arte di Chichen Itza sul finire dell’XI secolo presentavano una combinazione di stili maya e toltechi, il che in passato veniva interpretato come prova di migrazioni o conquiste dal Messico centrale (verso il 987 il re Tolteco Quetzalcoatl sarebbe giunto qui col suo esercito dal Messico centrale sostenuto da alleati Maya locali, ed avrebbe eletto Chichen Itza sua capitale). Oggi, tuttavia, la tesi prevalente interpreta questa varietà di stili come effetto di una diffusione culturale.
Altro punto controverso riguarda la decadenza di Chichen Itza e il "passaggio di consegne" a Mayapan quale centro di riferimento nello Yucatan, che in precedenza si faceva risalire al 1221, a seguito di una rivolta o guerra civile, basandosi su evidenze archeologiche rappresentate da un elevato numero di edifici bruciati, che confermerebbero una caduta violenta di Chichen Itza. Studi più recenti, basati sulla tecnica del radiocarbonio e su una migliore conoscenza dei mutamenti nelle tecniche di lavorazione della ceramica, hanno retrodatato la "degradazione" di Chichen Itza di 200 anni, portando la sua fine verso l’anno 1000, ritenendolo un sito prevalentemente tardo/terminale classico (mentre Tula, altra capitale, dovrebbe essere un sito dell’inizio postclassico). Tuttavia, si crea un vuoto temporale, tra la caduta di Chichen Itza e l’ascesa di Mayapan.
Ad ogni modo, sebbene il sito non venne completamente abbandonato ed il Cenote sagrato continuò ad attrarre i Maya in pellegrinaggio, non vennero edificate nuove grosse costruzioni e la popolazione si ridusse.
Oltre al Cenote, la visita del sito archeologico di Chichen Itza richiede la visita al Tempio di Kukulcan (il nome Maya di Quetzalcatl, Dio del vento e dell’apprendimento), solitamente chiamato ""El Castillo" (Il Castello), che approssimativamente occupa la zona centrale del sito. Si tratta di una piramide a gradoni, che costituiscono vari livelli, a cui si accede tramite delle scalinate sui quattro lati, che conducono alla terrazza superiore. La piramide di Kukulcan venne progettata in modo che durante gli equinozi estivi ed autunnali, all’alba ed al tramonto, l’angolo della struttura formasse un’ombra a forma di serpente. Verso la metà degli anni ’30 del XX secolo, venne individuato uno scalone sotto il lato settentrionale della piramide e scavando dalla cima, venne raggiunto un altro tempio, al cui interno si trovò, tra l’altro, una stanza con un trono dalla forma di giaguaro, pittato di rosso e punteggiato da intarsi di giada. La costruzione di piramidi di maggiore dimensione su quelle più vecchie era una pratica ricorrente presso le culture Mesoamericane. Facciamo notare che la salita ed ancora di più la discesa è alquanto disagevole e pericolosa, tanto che agli avventurosi possono giovarsi dell’aiuto di una corda, come mostra una delle immagini fornite. Varebbe comunque, per chi non soffre di vertigini, la pena di raggiungere la cima della piramide, visto che la ricompensa è una fantastica veduta di tutto il circondario. Tuttavia, l’accesso a molti monumenti, tra cui quello in discorso è stato interdetto, a seguito della morte di una donna che cadde dalla piramide nel 2006.
Altro edificio interessante è il Tempio dei guerrieri, che ha le fattezze di una piramide terrazzata, anche se presenta in aggiunta file di colonne (centinaia) su cui sono raffigurati dei guerrieri. Le analogie con un tempio simile sito nella capitale tolteca Tula confermano inequivocabilmente la presenza di contatti culturali tra le due regioni, sebbene la piramide di Chichen Itza sia più imponente. Vicino al tempio vi è una grande piazza, il "Grande mercato", circondata da pilastri.
I Maya amavano studiare gli astri. Questo amore, fece edificare a sud del Castello un edificio circolare su di una ampia base rettangolare, che presenta una scalinata in pietra a spirale al suo interno, noto come "El Caracol". Si trattò proprio di un osservatorio astronomico con le porte allineate per vedere l’equinozio di primavera ed altri punti importanti di riferimento astronomico.Nella sezione meridionale delle rovine di Chichen Itza si trova un complesso di ruderi tra i meglio conservati di questo sito archeologico. A dispetto della denominazione ufficiale (Las monjas, cioè convento di monache), in realtà, si trattò di un edificio governativo in un quartiere abitato dall'elite Maya. La conferma è data dal fatto che tutte le mura presentano pitture e rilievi decorativi. L’edificazione si fa risalire al periodo terminale classico. Ad est si trova un piccolo tempio, detto "La Iglesia", su cui appaiono delle maschere raffiguranti il Dio della pioggia Chaac.
I Maya amavano giocare, ragion per cui costruirono diversi campi dove praticare i loro giochi preferiti. Gli archeologi sono riusciti ad individuare a Chichen Itza ben sette campi da gioco dedicati al gioco della palla mesoamericana, il più grande dei quali, noto come "Grande campo" è lungo 166 metri e largo 68 e si trova in posizione nord-ovest rispetto al Castello. Le mura sono alte 12 metri. L’acustica era perfetta, tanto che un sussurro o un suono poteva essere chiaramente udito da un estremo all'altro, senza che le condizioni metereologiche potessero incidere minimamente. Gli archeologi incaricati del restauro del sito notarono che man mano che procedevano, la trasmissione dei suoni migliorava in chiarezza e potenza, tanto che nel 1931 Leopold Stokowski dedicò vanamente ben 4 giorni alla scoperta del segreto acustico del sito, visto che stava progettando un teatro per concerti all’aperto. Il segreto è ancora ignoto.
Altro luogo di interesse è l'Ossario, una piramide a gradoni del tipo "Castello", anche se di dimemsioni minori. La denominazione deriva dal fatto che durante i primi lavori di scavo effettuati dal già citato Thompson vennero rinvenute delle tombe.
Il sito archeologico di Chichen Itza, elevato dall’UNESCO a "Bene patrimonio dell’umanità", non si esaurisce nei monumenti che abbiamo descritto e visitato, visto che ve ne sono altri, di cui ricordiamo Akab D’zib e Chichén Viejo.
Ultima notazione, il sito archeologico è avvolto dalla foresta, abitata da tanti animali, anche feroci, come i giaguari, o pacifici come le iguane. Per fortuna, ci siamo imbattuti solo in un'innocua iguanetta ....