Lisbona (Musei)
Lisbona è sede di tantissimi musei. Vi forniamo alcune informazioni di quelli che abbiamo visitato:
Museu Nacional do Azulejo
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Creato nel 1980, si trova nella zona orientale di Lisbona, in un’area degradata,
nell’antico Convento da Madre de Deus, fondato nel 1509 dalla Regina D. Leonor.
L’edificio ha subito nel corso del tempo numerosi interventi. Particolare
rilevanza artistica presentano il Chiostro in stile manuelino del XVI secolo,
la Chiesa, con dipinti ed azulejos, la Sacrestia, il Coro alto, con ricche
decozioni (talha dourada), la Capela de Santo Antonio, con decorazioni barocce
settecentesche ed un grande numero di tele (André Gonçalves). La collezione
comprende la produzione di azulejos dalla seconda metà del XV secolo all’età
contemporanea. Iniziando da un piccolo nucleo che mostra i modi di produzione
dell’azulejo, il percorso espositivo segue, successivamente, una organizzazione
cronologica. Eredità musulmana, l’azulejo divenne, a partire dal XV secolo,
un oggetto essenziale della decorazione in Portogallo. Nel XVI secolo, fu
importado da Valencia e Siviglia, come l’azulejo con la sfera “armilar”,
emblema di D. Manuell, proveniente dal Paço Real di Sintra. Nella tecnica
di maiolica, il pannello di Antuérpia, con le armi di D. Teodosio de Bragança,
é contemporaneo ad uno dei pezzi principali della prima produzione nazionale,
il pannello di Nossa Senhora da Vida (c. 1580), attribuito a Marçal de Matos.
Del XVII secolo, si mostrano esempi differenti destinati al rivestimento
totale di chiese, con motivi italiani-fiammighi, pannelli di tematica ed
esecuzione ingenua e “frontais” di altare di influenza orientaIe. Al primo
piano, superato il Chiostro piccolo, continua il nucleo del XVII secolo,
nella Sala de Caça e nel pannello della scalinata di de S. Bento. Dalla policramia
dell’azulejo del XVII secolo, rappresentata dagli esuberanti vasi di fiori,
si passa alla “pintura a azul”, del XVIII secolo, con opere di Gabriel del
Barco, iniziatore di un “ciclo de mestres”, continuato attraverso le grandi
produzioni durante il regno di D. Joao V, di cui sono esempio, le “Batalhas
de Alexandre” e la “Cena maritima e campestre”, della metà del XVIII secolo.
Nella galleria del Chiostro, il grande panorama di Lisbona, costituisce la
più completa iconografia della città prima del terremoto del 1755. Gli azulejos
della seconda metà del XVIII secolo segnano un regresso alla policramia che,
nel frattempo, coesiste con la “pintura a azul”. Il mutamento di gusto si
manifesta nelle “molduras policromas” che evolvono, dapprima per “complexos
concheados rococo”, assimilando, successivamente, elementi neoclassici. Dopo
il terremoto del 1755, venne recuperata la tradizione seicentesca “da padronagem”
per rivestimento delle costruzioni pombaline, al pari della produzione dei
“registos”, pannelli “hagiograficos” collocati sulle facciate a protezione
degli edifici. Della stessa epoca, e forse provenienti dalla Real Fabrica
do Rato è la “Historia do Chapeleiro”, insieme di pannelli che descrive
l’ascensione sociale del pastore Antonio Joaquim Carneiro. A partire da questa
epoca, l’utilizzo dell’azulejo non fu più sola esclusiva della Chiesa e della
Nobiltà, essendo utilizza anche dalla borghesia per il rivestimento degli
edifici urbani. Di tale produzione di azulejos, a partire dal 1830, e che
continuò fino al XX secolo, esiste una grande varietà proveniente da diverse
fabbriche come Viúma Lamego, in Lisbona, Massarelos. nel Porto e Devezas,
in Gaia, utilizzando tecniche decorative in rilievo, “estampilhagem” e “estampagem”.
L’azulejo di composizione non fu, nel frattempo, abbandonato. Nelle stesse
fabbriche che producevano “padronagem” si continuò a pittare pezzi unici
da parte di pittori come Ferreira das Tabuletas, Pereira Cão o Jorge Colaço.
Nel XX secolo l’azulejo accompagna i nuovi motivi estetici, dall’Arte Nova
(es. il pannello della Padaria Indipendente), ai rivestimenti Art Déco con
l’applicazione di nuovi metodi di pittura ceramica, come l’aerografia. Resterà
la corrente tardo-romanica di carattere nazionalista, tradotta in composizioni
di gusto storico e motivi popolari. Dopo il 1950, si assiste al rinnovamento
dell’azulejo, per la integrazione in moderni programmi architettonici, rappresentando
la metropolitana di Lisbona uno dei maggiori elementi di stimolo alla sua
produzione. Proposte di valenti pittori e ceramisti contemporanei per l’uso
dell’azulejo nei grandi contesti urbani, ha contribuito ad evitare che l’azulejo
finisse relegato a mero fatto storico. Di tale tipo di utilizzazione dà conto
l’ultimo nucleo della esposizione, con le opere di Raul Lino, Jorge Barradas,
Maria Keil, Manuel Cargaleiro, Querubim Lapa, João Abel Manta, Eduardo Nery
ou Cecília de Sousa. Nel ristorante del museo vennero riprodotti degli azulejos
di una cucina “de fumeiro” del XIX secolo, animata dalla descrizione degli
alimenti, sottolineando la funzione dell’azulejo come elemento di valorizzazione
degli spazi quotidiani.
Museo do Banco de Portugal
L’esposizione permanente del Museu do Banco de Portugal si sviluppa tramite quattordici nuclei ed è affiancata da un insieme di prodotti multimediali a disposizione dei visitatori (pellicole sulla storia del denaro in Portogallo, video su fatti determinanti della storia recente, banca-dati consultabile in ambiente Intranet). Percorrendo i quattordici nuclei tematici, si passa dall’articolo-modello (quando taluni beni erano utilizzati come moneta), alle prime monete portoghesi (romane, sveve, visigote e musulmane), alla Reconquista cristiana , ai Descobrimentos e conquiste, cioè all’impero portoghese, alla crisi dell’impero, alla Restaurazione, al passaggio dalla monarchia assoluta al dispotismo illuminato, al liberalismo, alla rigenerazione, alla repubblica, (due tappe), al Nuovo Stato, allo stato democratico, all’euro, alla produzione di banconote.
Museu Collecão Berardo
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Il Museu Collecão Berardo è dedicato all’arte moderna e contemporanea, fornendo
una visione globale del panorama delle creazioni dell’arte plastica nel XX
secolo e nell’inizio del XXI, con particolare enfasi sull’arte europea ed
americana. Se, da un lato, le opere esposte seguono una prospettiva storica
e stilistica attorno a grandi temi “Abstracçao, Figuraçao, Surrealismo,
Arte Pop, Hiper-Realismo, Arte Minimalista, Arte Conceptual, escultura, instalaçao,
fotografia e video contemporaneos”, dall’altro, fu egualmente privilegiata
una visione trasversale, attraverso punti di vista accessibili e riflessioni
sopra l’influenza delle diverse opere. La collezione si deve ad un collezionista,
José Berardo (nato nel 1944), che scelse e riuscì a mettere assieme tali
opere, che appartengono al patrimoni artistico mondiale. Il Museu Colecçao
Berardo è gestito da fondazione creata dallo Stato portoghese, il Centro
Cultural de Belém e la famiglia Berardo.
Museu Calouste Gulbenkian
Il Museu si deve ad un magnate armeno che raccolse tantissime opere d’arte.
Nel Museu si possono ammirare oggetti d’arte egizia, orientale ed europea,
quadri, sculture, tappeti, ceramiche, gioielleria con una collezione di René
Lalique.