Messico - Tulum
Lungo la Riviera Maya, a circa 130 chilometri da Cancun, si trova Tulum o Tuluum (in spagnolo Tulúm), che il libro “Incidents of Travels in Yucatan” di John Lloyd Stephens (illustrato da Frederick Catherwood), pubblicato nel 1843, descrisse per la prima volta nei dettagli. Il luogo è noto per la presenza di uno dei siti archeologici precolombiani più importanti, una città Maya fortificata. Le rovine si raggiungono dalla strada che conduce alla costa, da cui distano circa un chilometro. Il sito archeologico, che non impressiona come Chichen Itza o Uxmal, non ha una grande estensione, ma presenta un notevole impatto visivo per il fatto di trovarsi su pareti a 12 metri sopra l’oceano, ed è uno dei meglio conservati e più visitati nel Messico. Anzi, come si vede nella foto sulla sinistra, si tratta di un luogo preso d’assalto dai turisti, ai quali non è consentito salire su molte costruzioni, onde evitarne l’ulteriore deterioramento. Inoltre, il caldo spesso è opprimente, pertanto, il sito va visitato di prima mattina, preferibilmente subito dopo l’apertura.
Sembra che originariamente il sito si chiamasse “Zama” (città del l’alba”). Tulúm è una parola Maya usata per indicare un recinto, una protezione o un muro. L’etimologia, quindi, indica le mura di pietra erette a protezione del sito e che lo preservarono a lungo da invasioni nemiche, frenate anche dalle pareti rocciose sull’Oceano. Oltre che ben collocata dal punto di vista difensivo, Tulum lo era dal punto di vista mercantile, trovandosi sulla direttrice che univa l’Altopiano messicano con l’America centrale e tante erano le imbarcazioni attraccavano, scaricandovi diverse mercanzie.
Sebbene nel sito sia stata ritrovata un’iscrizione datata 564, la fondazione è fatta risalire al periodo post-classico, all’incirca al XIII secolo, quando crebbero una serie di piccole città rivali, tra cui Tulum. Il periodo di massimo splendore fu raggiunto nel XV secolo, tant’è che la maggior parte degli edifici risale al periodo 1200-1450.
La posizione ben visibile dall’Oceano ne determinò l’immediata individuazione da parte degli invasori Spagnoli, i quali l’attaccarono il 3 marzo 1517 con tre vascelli, che ebbero la meglio sulle piroghe maya. Il primo a citare Tulum sembra sia stato Juan Diaz, che prese parte alla spedizione di Juan de Grijalva del 1518. Tulum sopravvisse alla conquista spagnola per circa settanta anni, visto che venne abbandonata sul finire del XVI secolo. Tuttavia, i Maya della zona continuarono a frequentare i tempi per motivi religiosi, fino al tardo XX secolo, quando il flusso turistico cominciò a divenire significativo.
Superata l’entrata principale si trova il “Tempio degli affreschi”, con pareti decorate dedicate al Dio più importante di Tulum, raffigurato nella sua discesa dal cielo per ricevere le offerte degli uomini. Gli angoli esterni sono decorati con stucco. Il che fa pensare che oltre che con decorazioni murali interne, gli edifici lo fossero anche all’esterno.
Il sito archeologico di Tulum ha il suo cuore nel Castello, tempio-fortezza, attorniato da diversi santurari. L’immagine in alto a sinistra mostra appunto l’imponente Castello, che domina la spiaggia lambita da acqua trasparentissima, dove abbiamo nuotato con piacere. Sul cartello che vedete sulla destra (in tre lingue: spagnolo, maya ed inglese) si legge: “E’ l’edificio più imponente di Tulum e, senza dubbio, fu anche il più importante. Nella parte superiore, il tempio ha due piccole stanze dove si tenevano le principali cerimonie religiose. La facciata era decorata da sculture e, negli angoli, ancora si conservano i resti di maschere. Il tempio superiore e la scala vennero edificati sopra un edificio anteriore più basso, ancora visibile da entrambi i lati della scala. A livello terreno, ad ambi i lati della scala, si trovano altri due piccoli tempi nei cui altari interni venivano depositate le offerte”.
La parte superiore della struttura venne usata come guida per le imbarcazioni che approssimavano Tulum, in cerca dell’ingresso al porticciolo.