Lisbona (Alfama)
Alfama (in arabo Al-hama = Fonte calda) è il quartiere più antico di Lisbona e presenta un fascino particolare. Per visitare l’Alfama, potete camminare o utilizzare l’electrico 28 o l’autocarro 37 o prendere un taxi, visto che il traffico alle auto è interdetto, ovviamente salvo ai residenti. Dalla Baixa, si inizia un percorso tutto in salita, partendo dalla Rua de Alfândega (la strada della dogana), fino a raggiungere (a fatica) la sommità della collina, su cui si erge il Castelo de São Jorge. Si tratta di un luogo preso d’assalto dai turisti, ai quali piace inerpicarsi lungo i violetti (becos), le stradine, le piazzette dell’Alfama e passare sotto gli archi, per ammirare i cortili, i balconi in ferro battuto, i tetti delle casette assai malandate, molte abbandonate. I piccoli edifici in taluni punti quasi si toccano, ed a stento, l’electrico numero 28 riesce a passare. Per raggiungere il Castello è meglio prendere l’autocarro 37 da Praça da Figueira. Utilizzare uno dei due mezzi suindicati elimina la notevole fatica della salita, ma vi assicuriamo che vale la pena di "soffrire" e di ammirare camminando le peculiarità di questo sito, che sembra, in alcuni punti, un labirinto, una Casbah. Solo in questo modo potrete “vivere” l’Alfama, conoscere la sua gente, povera ma assai gentile, solo in questo modo comprenderete la malinconia portoghese, la saudade, che ispirò il Fado, tanto che potrete camminare per la Rua da Saudade, dietro Se’ Catedral, il Duomo di Lisbona.
Eppure, l’Alfama fu prospera al tempo dei Mori, e da un lato, fu impreziosita da edifici eleganti e moschee e protetta dalle mura visigote, dall’altro fu tollerante, visto che consentì la coabitazione pacifica di cristiani, musulmani ed ebrei (ancora oggi esiste la Rua da Judaria). Sebbene il tremendo terremoto del 1755 arrecò danni irrilevanti al patrimonio edilizio dell’Alfama, oggi Alfama è sinomimo di "fatiscenza", anche se diversi edifici sono in via dei restauro. L’Alfama è il luogo dove dovete recarvi non solo per ascoltare il Fado, ma soprattutto per assaporare la vera cucina portoghese, allontanandovi, però, dai ristoranti "commerciali" e cercando quelli più genuini, dove potete gustare un buon piatto unico per pochi euro, ad esempio, il tipico cozido à português (bollito alla portoghese) o l’arroz de marisco (riso con frutti di mare), bere del buon vinho (vino), magari alentejano, tinto (rosso) o branco o verde.
Salendo dalla Baixa, si incontra dapprima l’Igreja de Santa Maria Maddalena, poi, a poche decine di metri, salendo a sinistra, la barocca Igreja de Santo Antonio da Sé, dalla facciata bianca, eretta sul sito su cui insisteva la casa natale di Sant’Antonio, cioè Fernando de Bulhões, divenuto francescano, morto a Padova. La chiesa venne riedificata dopo il terremoto del 1755, su progetto dell’architetto Mateus Vicente de Oliveira, pare col finanziamento della popolazione (il danaro venne raccolto dai bambini, di porta in porta). Si tratta, in realtà, di una chiesa-museo (Museo Antoniano), dove sono custoditi alcuni beni appartenuti al Santo.
A tal punto, finalmente, il nostro inerpicarci, ci porta al Largo da Sé, dominato dall’imponente facciata dell’Igreja de Santa Maria Maior, anche detta Sé Patriarcal de Lisboa, il Duomo, che sembra un castello inespugnabile. Il cartello turistico ci avvisa che si tratta di un edificio della prima metà del XII secolo. Ed infatti, venne eretto, su ordine del Re Alfonso Henriques, in stile romanico nel 1150, dopo la Reconquista, su un sito occupato da una moschea. La struttura ha resistito ai terremoti, anche se venne restaurata dopo i sismi 1344 e del 1755. Si rimane colpiti dal grande rosone tra le due torri campanarie e dal grande portale. All’interno, a tre navate e con nove cappelle laterali, si trovano iscrizioni e monumenti che racchiudono i momenti e gli stili della storia portoghese. Per ragioni di spazio, ci limitiamo a ricordare il sarcofago della Principessa Ignota (1374) e quello di Lopo Femandes Pacheco (XIV secolo), l’interessante Presepe barocco, in legno, ceramica e sughero dello scultore Joaquim Machado de Castro, il fantastico Fonte Battesimale romanico dove, stando alla tradizione, venne battezzato Sant’Antonio, nel 1195. Da vedere anche i chiostri, come pure il Tesoro da Sé, un museo, dove sono custoditi beni di grande pregio, tra cui un Ostensorio d’oro (Custodia da Sé) del peso di 17 Kg., coperto da ben 4120 pietre preziose, opera di José Caetano de Carvalho.
Contenti per le bellezze viste nella Sé Patriarcal, ma non ancora paghi, imbocchiamo la strada in salita sulla sinistra della chiesa, raggiungendo la piccola Igreja de Santa Luzia (XII e XVIII secolo), sulle cui pareti esterne troviamo degli azulejos bianchi e blu che riproducono Praça do Camércio prima del terremoto del 1755 e la cacciata degli arabi da Lisbona. Accanto alla chiesa, troviamo il Miradouro de Santa Luzia, da cui si gode una fantastica vista di Lisbona, con le case che degradano verso il fiume Tago (Tejo) e verso la baia.
Ci troviamo in uno dei punti più belli di Lisbona. Possiamo scendere la scalinata sulla destra che ci porta nei vicoli dell’Alfama, che fiancheggia la Cerca Moura (o Cerca Velha), le mura costruite originariamante dai Visigoti e distrutte dai Mori, nel 953, quando conquistarono Lisbona per ordine di Ordonho III. Gli stessi Mori le ricostruirono utilizzando materiale di origine romana, come pietre tombali, resti di colonne e lapidi. Nel 1147, l’imponenza delle mura dissuase Dom Alfonso Henriques nel suo primo tentativo di conquistare la città. In alternativa, possiamo proseguire diritto, raggiungendo il Largo Porta do Sol, una delle porte moresche della città, dove si trova il Palàcio dos Asuraras, che ospita il Museu-Escola de Artes Decoratives, dove è possibile ammirare oggetti d’oreficeria, mobili d’epoca, argenteria ed interessanti arazzi. Infine, possiamo salire sulla sinistra, per Rua de Santa Cruz do Castelo, per raggiungere il Castelo de São Jorge. Con esattezza, ai piedi del Castello, troviamo edifici e chiese protetti da mura, cioè un borgo medioevale, la Lisbona al tempo dei Mori e residenza dei Re portoghesi per un po’ di tempo. Al Castello si accede tramite tre porte: de Santo André, Martin Moniz e la terza São Jorge. Girovagando per la cittadella, troviamo (in cima) l’Igreja de Santa Cruz do Castelo, ove è custodita la statua di São Jorge.
A questo punto, anziché rifare lo stesso percorso, possiamo tornare verso il centro indirizzandoci verso la Mouraria, quartiere degradato dai tratti simili all’Alfama, ove vennero relegati (a mò di ghetto) gli arabi superstiti dopo la cacciata dei Mori. La Mouraria va ricordata anche perché qui nacque, nel 1846, in Rua do Capelão 36, Maria Severa, una delle prime grandi interpreti del Fado, che di sera cantava nella taverna gestita con sua madre.