Mafra
Mafra, piccolo centro agricolo a 40 chilometri da Lisbona, vanta origini remote, neolitiche o paleolitiche. Sede di Municipio sin dal 1189, confermato da Dom Manuel I nel 1513, venne scelta dal “Re-Sole” portoghese Dom João V, per la costruzione di un sobborgo in cui edificare il Palácio-Convento de Santo Antònio, generalmente considerato il punto di partenza del barocco portoghese. Cuore e centro culturale della regione Saloia, offre ai suoi visitatori la possibilità di familiarizzare con l’artigianato vivo, con l’etnografia, con la natura, con la storia e con le arti. La pasticceria tradizionale costituisce una delle sue più prominenti attrattive gastronomiche.
L’elemento architettonico di maggiore importanza è il già citato Palácio-Convento o anche Mosteiro-Palácio, nella parte alta del paesino, che sovrasta, occupando un’area di quattro ettari (37790 mq), essendo formato dal Convento (o Monastero), la Basilica, il Palazzo Reale e gli edifici conventuali. Fatto costruire nel corso del XVIII secolo dal Re Dom João V (1689-1750), per mantenere fede ad un voto finalizzato alla procreazione di un erede che non arrivava con Doma Maria Ana de Austria, o per la cura di una grave malattia di cui soffriva, i Real Convento de Mafra è il più importante monumento del barocco portoghese. Organizzato simmetricamente, si sviluppa a partire da un asse centrale, la Basilica, punto culminante della facciata religiosa, affiancata due torri campanarie e dalla facciata del Palazzo, gli appartamenti del Re da un lato e quelli della Regina dall’altro. Nella zona posteriore si trova il Convento dell’Ordine di San Francesco della Provincia di Arrábida, che fu anche occupato, tra il 1771 ed il 1791, dai Frati Regolari di Sant’Agostino. La politica architettonica sviluppata dal Monarca fu ispirata dalla Roma papale, secondo il barocco classicizzante influenzato dal Bernini, con torri che mostrano caratteristiche dello stile del Borromini, come pure caratteristiche tedesche. Costruito in pietra della regione de Pero Pinheiro e Sintra, comprende circa 1200 stanze, più di 4700 porte e finestre, 156 scalinate e 29 patios e cortili. La lunghezza complessiva della facciata principale è di 232 metri, mentre i lati nord e sud misurano 209 metri, quello est 171.
Tale magnificenza fu resa possibile dall’oro che giungeva nel Paese dal Brasile, consentendo al Re di sostenere le arti e di rafforzare l’autorità reale. João V pose la prima pietra inaugurale il 17 novembre del 1717 ed il Cardinale Patriarca di Lisbona ovest la benedì, alla presenza della Corte. La direzione dei lavori venne affidata a João Federice Ludovice, di origini tedesche ma di formazione architettonica italiana. Il numero degli operai impiegati nei lavori, provenienti da tutto il regno, continuò a crescere, raggiungendo la cifra di 50000 in un anno. La domenica del 22 ottobre 1730, corrispondente al 41mo anniversario del Re, venne effettuata la consacrazione solenne della Basilica, dedicata a Nossa Senhora e Santo António. Il Re ordinò sculture e pitture a grandi artisti italiani e portoghesi del Convento Reale di Mafra e tutti rivestimenti degli altari e delle chiese vennero fatti in Italia e Francia. Ordinò dalle Fiandre anche due carillon con 92 campane che costituiscono la maggiore combinazione del tipo nel mondo.
Durante il regno di Dom José I (1714-1777), qui venne creata un’importante Scuola di Scultura, sotto la direzione del Maestro italiano Alessandro Giusti, da cui uscirono formati molti artisti portoghesi, tra cui Joaquim Machado de Castro.
Questo monumento possiede una delle più importanti biblioteche portoghesi, vera sintesi del sapere enciclopedico del XVIII secolo., dove sono custoditi 36000 volumi, tra cui la prima edizione de I Lusiadi di Luìs Camões, il più importante poeta portoghese.
Tuttavia, l’edificio non ha mai funto da residenza permanente della famiglia reale, visto che solo João VI (1767-1826), mentre il principe reggente trascorse qui il periodo 1806-1807. I vari monarchi si limitarono a presenziare le cerimonie religiose o ad effettuare battute estive di caccia nella riserva della Tapada, frequentando maggiormente il Palazzo di Mafra solo sul finire della Monarchia. La Tapada de Mafra è una riserva naturale in cui è possibile osservare in libertà mammiferi, rettili ed anfibi, come pure ammirare la flora locale, con visite in trenino, a piedi, in carrozza ed in bicicletta. Esistono anche due musei (Museu de carros de tracção animal e Museu da Tojeira) e la Casa de Hóspedes, per chi voglia trascorrere qui alcuni giorni in assoluta tranquillità.
Mafra, però, offre anche altro: l’Igreja do Santo André (XIV secolo), il Museu Municipal, Officina-Museu Soares Branco, la Casa de Cultura D. Pedro V, l’Aldeia-Museu de Iosé Franco.
Inoltre, chi visita Mafra, si trova a 10 chilometri dall’Oceano, ed allora non può fare a meno di visitare Ericeira, antico borgo di pescatori divenuto una frequentata località turistica.