Sintra
"Chi non conosce Sintra, non ha visto il Portogallo!" è quanto affermò una signora che qui incontrammo e certamente disse la verità: Sintra è il bel paesino multicolore immerso nel verde delle colline e montagne circostanti, che nel 1995 l’Unesco dichiarò "patrimonio dell'umanità". Non è lontana da Lisbona, da cui dista circa 30 chilometri (agevolmente raggiungibile in treno dalla Stazione di Rossio), gode di un clima piacevole ed è prossima all’Oceano; ciò spiega la notevole frequentazione, non solo da parte dei Lisboeti, ma anche da parte di tanti turisti, tra cui, rientrò anche Luis Camões, il poeta nazionale del Portogallo. A dimostrazione dell’opulenza del luogo, stanno le Quintas, ville nobiliari private, fatte costruire da facoltosi aristocratici, tra cui spicca l’ottocentesca Quinta o Palácio de Monserrate, comprato nel 1856 da Francis Cook, che commissionò la costruzione di un nuovo palazzo in stile orientale. Purtroppo, l’edificio, non distante dal centro storico, è in stato di abbandono. Altra Quinta da ricordare è il Palácio de Seteais (Palazzo dei sospiri), in periferia, fatto edificare dal Console olandese Gildmeester nel XVIII secolo and ricostruito dal quinto Marquese di Marialva. Oggi è divenuto un famoso hotel di lusso. Ancora, ricordiamo la Quinta da Regaleira, eretta tra il 1904 ed il 1911 da Carvalho Monteiro su progetto di Manini.
Anche i Romani rimasero colpiti dalla bellezza dei luoghi, fondandovi "Cyntia" , denominando i monti che la circondano "Mons luna", il Monte della luna. Gli Arabi la conquistarono nel VII secolo, decorandola ed erigendo il castello che ancora oggi domina la vallata. Con la vittoria dell’esercito di Alfonso Henriques, nel 1147, Sintra divenne parte integrante del regno portoghese. A partire dal XV secolo, la famiglia reale la elesse sua residenza estiva, ovviamente, calamitando qui tanta nobiltà e vivacizzando il luogo. Qui, nel 1808, fu firmata la "Capitolazione di Sintra", con cui i Francesi abbandonarono definitivamente il Portogallo.
Nonostante ospiti stabilmente solo poche decine di migliaia di residenti, Sitra è "trina": il cuore è rappresentato dalla Vila Velha (città vecchia), che ospita il Paço Real (Palazzo Reale) o Palácio Nacional, dai lineamenti inconfondibili e che ha mantenuto i caratteri del paesino "da favola", con stradine e casette colorate, São Pedro, con piccole case, in posizione meno elevata, dove è possibile degustare deliziosi piatti e dolci tipici nelle locali tascas e tabernas e pastelarias. E’possibile visitare il locale mercato, molto caratteristico, che si tiene a domeniche alterne (seconda e quarta del mese). Il 29 giugno si festeggia il Patrono São Pedro, con una tradizionale grande fiera che attira venditori da tutto il Portogallo. Ma esiste la parte moderna, Estefânia, con la stazione ferroviaria, negozi, alberghi ed il Parque da Liberdade. Sintra si segnala per l’intensa vita culturale, con diverse manifestazioni. congressi ed incontri internazionali. Da giugno a settembre si svolge il Festival Internazionale della Musica.
Passiamo ora a descrivere nei tratti salienti le bellezze di Sintra, partendo, ovviamente, dal già citato Paço Real o Palácio Nacional de Sintra, che sovrasta i centro storico e che è caratterizzato dalla presenza di due camini a forma di cono. Con molta probabilità, l’edificio venne edificato su antiche mura erette dai Mori. La sua attuale configurazione è il risultato di due interventi successivi, il primo dei quali venne realizzato durante il regno del Re João I, al principio del XV secolo, col quale vennero impreziositi gli interni con i soliti azulejos mudéjar (piastrelle smaltate), il secondo, durante il regno del Re Manuel I, nel XVI secolo. Nel Palácio è custodita la più vasta collezione di azulejos del Portogallo. Diverse sale interessanti fanno indugiare il visitatore ad ammirarle, tra cui, la Sala dos Árabes (Sala degli Arabi), con al centro una fontana in marmo e le pareti con i soliti azulejos (XV e XVI), la Sala dos Brasões (Sala degli Stemmi), che colpisce per la volta a cupola ottagonale, che presenta gli stemmi delle settantadue famiglie nobili del Portogallo, con al centro, lo stemma di Re Manuel e dei suoi otto figli. Anche queste pareti presentano gli azulejos. Immediatamente dopo, troviamo una stanza, che possiamo vedere da fuori ma a cui non è consentito accedere. Un cartello ci informa che qui il Principe Pedro, futuro Re Pedro II, tenne prigioniero per nove anni, il fratello Re Alfonso VI, fino alla morte (1683), in quanto pazzo. Successivamente, ne sposò la moglie, la Principessa italiana Maria Francesca di Savoia Nemours. Proseguendo, ammiriamo la Sala dos Cisnes (Sala dei Cigni), destinata a sede dei banchetti reali, la Sala das Pegas (Sala delle Gazze), che sono dipinte sulla volta, sul cui becco è scritto "por bem", a fin di bene. Le gazze rappresentano le damigelle di cui Re João I, gran "campatore", amava circondarsi. La scritta si riferirebbe all’espressione che tale Re avrebbe pronunziato quando venne sorpreso in "fragranza di reato" dalla moglie Philippha di Lancaster (Filipa de Lencastre), sposata a seguito del trattato di Windsor, mentre se la intendeva con una pulzelletta. Completiamo la visita interna con la Capela Palatína, eretta al principio del XIV secolo, durante il regno del Re Dinis, ma subì diverse alterazioni durante il secolo successivo. Bello il tetto decorato, che mostra l’influenza islamica, il tappeto ceramico e le decorazioni paretali. L’ultimo intervento di restauro data gli anni ’30 del XX secolo. Portandoci al di fuori del Palazzo, godiamo, infine, dei giardini, molto curati.
Lasciando il centro di Sintra, seguendo la strada che conduce in cima alla montagna, dopo aver camminato per tre chilometri immersi nel verde, raggiungiamo il Castelo dos Mouros, di cui, come molti monumenti più remoti di Sintra, non rimane molto dell’originaria struttura. Infatti, le buone condizioni attuali, derivano non solo dai restauri ordinati dal Re Ferdinando II nel 1860, ma, anche, supponiamo, da interventi di recupero più recenti. Chi riesce a raggiungere i punti più alti del Castelo, potrà godere di un incantevole panorama, con Sintra in primo piano e l’Oceano sullo sfondo. La fortezza venne edificata dai Mori nel corso del VIII secolo, o secondo altri, nel IX. Al suo interno, non si è mai svolta alcuna battaglia. La presenza di diverse pareti quasi a strapiombo, rese oltremodo difficoltosa la conquista del Castelo da parte dei militi di Alfonso Henriques, primo Re del Portogallo, nel 1147. La vittoria sui Mori venne celebrata con la realizzazione della prima Cappella cristiana di tutta la regione, dedicata a São Pedro de Penaferrim. Strategicamente importantissimo per i Mori, il Castelo perse tale ruolo con la riconquista cristiana, tanto da essere abbandonato durante la Seconda Dinastia. Salendo fino in cima, potrete ammirare da vicino la Torre Real, da cui si vede Cascais, che appartenne a Sintra fino alla metà del secolo XIV. Si narra che tutti gli anni, veniva acceso un grande fuoco dalla cima della Torre, per ricordare agli abitanti di Cascais che il Castelo dos Mouros li proteggeva, mentre i meno volenterosi, potranno guardare la Cisterna Moura, che si trova subito dopo il portale d’ingresso, importante in caso di assedio per assicurare le necessarie scorte d’acqua, come pure la Porta da Traição (Tradimento), così chiamata in quanto, tale piccola apertura, deputata a consentire la fuga dal Castelo qualora gli assedianti fossero riusciti a penetrarvi, talvolta, in altri castelli, fu proprio tale varco che consentì agli invasori di impossessarsi della struttura.
A 500 metri sul livello del mare, spicca in cima alla collina il Palácio Nacional da Pena, che si deve al Re Ferdinando II Sax di Coburg-Gotha. Venne edificato nel 1840 sulle rovine di un antico convento dei frati geronimiti, risalente al XVI secolo, di cui resta la Capela de Nossa Senhora da Pena, in cui, sopra l’altare, è possibile ammirare una tavola rinascimentale del XVI secolo opera del francese Nicolas Chanterène. Si segnalano anche il Chiostro in stile manuelino corredato da azulejos ed il Parco da Pena, molto importante dal punto di vista botanico.
Continuiamo con il Convento dos Capuchos, abitato fino al 1938 dai Francescani, che venne fatto erigere nel 1560 da Alvaro de Castro in adempimento ad un voto fatto dal padre João de Castro, Viceré dell'India. Le piccole cappelle e celle interne sono rivestite da sughero (materiale notoriamente isolante, che assicurava l’insonorizzazione dei locali e favoriva la meditazione dei frati, oltre che proteggere dall’umidità), ciò spiega anche le denominazioni alternative di Convento da Cortiça (sughero) o de Santa Cruz.
Completiamo la panoramica di Sintra, ricordando velocemente l’Igreja de São Martino, originariamente edificata nel XII secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1755, la romano-gotica Igreja de Santa Maria, edificata sotto il Re Afonso Henriques nel XII secolo e profondamente restaurata dopo il terremoto del 1755, l’Igreja de São Pedro de Penaferrim, già esistente nel 1403, allargata nel 1565 sotto Alvaro de Castro, le cui pareti sono abbellite da azulejos della prima metà del XVIII secolo, il Pelourinho de Sintra, nel cuore della Vila velha, che però è una copia realizzata nel 1854 per rimpiazzare l’originale, andato distrutto nel corso del XVI secolo, la medioevale Fonte Mourisca, ricostruita nella parte terminale del XVIII secolo, la Fonte da Pipa, già esistente nel XIV secolo, la sua configurazione del 1787 è rimasta inalterata, la Fonte de Sabuga, medioevale ricostruita nella tarda parte del XVIII secolo, la Camara Municipal, realizzata nel 1906 su progetto di Adaes Bermudes, sul sito dell’Ermida (Eremo) de São Sebastiao, demolito all’inizio del XX secolo, ed, infine, la Torre do Relògio, risalente al XV secolo, ma anch’essa ricostruita dopo il terremoto del 1755, ricordata non solo perché marca il tempo, ma come simbolo di gioia o ribellione popolare.
Sintra, infine, rappresenta il luogo ideale per raggiungere anche altri siti interessanti a questa prossimi, come ad esempio, Colares, dove si ammira l’Igreja Paroquial de Colares, edificata nel XVI secolo, ed il Pelourinho de Colares, una colona in stile manuelino, Azenhas do Mar, un borgo di pescatori, Cabo da Roca, “O ponto maìs ocidental da Europa”, Praia grande.