Matera - Sassi
Da qualunque angolo visuale li si osservi, i Sassi sono suggestivi. Oltre a quanto detto nell’ambito della storia di Matera sulle due valli rocciose protette dalla collina della Civita su cui insiste la Cattedrale, cioè il Sasso Caveoso ed il Sasso Barisano, quel che qui ci preme spiegare è le modalità di sviluppo del sistema "Sassi" e le sue ripercussioni socio-economiche.
Premettiamo che disputata è l’etimologia di entrambi i Sassi, tanto da originare diverse tesi interpretative. Probabilmente, "Caveoso" si riallaccia alla forma di tale Sasso, che sembra una cavea, anche se vi è chi lo ricollega a Mons Caveosus, attuale Montescaglioso, verso cui il Sasso è proteso. Il problema si pone anche per "Barisano", anche se apparentemente, la soluzione sembrerebbe più semplice: infatti, il nome deriverebbe dalla posizione del Sasso verso la città di Bari. Altri, invece, ricordano che Varisius, un proconsole romano, fissò un castrum di legionari al fine di controllare un tratto della Via Appia che si sviluppa nei pressi. Si parlava, perciò, di Conca Varisana, e considerando che nel dialetto materano, V viene pronunziata S, la conca Varisana diveniva Sarisana. Ma in quest'ultimo caso, la tesi non ci convince.
Osservando con attenzione i Sassi si nota una stratificazione progressiva: la natura del suolo, la presenza di una massa tufacea facilmente scavabile, in origine, determinò la creazione o l’ampliamento di grotte. Successivamente, lo stesso materiale venne utilizzato per costruire ad un livello sovrastante delle costruzioni, determinando un labirinto a livelli, una rete di strutture abitative sovrapposte, gradinate e stradine, prese d’aria delle abitazioni sottostanti (che vedete a lato), portali, balconi, edicole votive, comignoli, ecc. Si creò il "Vicinato", un’area di vita collettiva, caratterizzata dall’utilizzo comune degli spazi nella vita quotidiana. Come quello del forno per panificare (che vedete a lato), con l’apposizione del proprio marchio, in modo da identificare il pane di propria proprietà. La peculiarità dei Sassi e la loro descrizione fatta da Carlo Levi negli anni ‘50 li rese noti internazionalmente, ma la carenza o assenza di igiene, ispirò l’emanazione della legge speciale 619 del 1952, col trasferimento coatto degli abitanti in una zona nuova, in periferia, secondo le linee del piano regolatore redatto da Luigi Piccinato.
Negli anni ’60, si iniziò a pensare ad un recupero dei Sassi, tanto che, nel 1977, venne indetto un Concorso internazionale e nel 1986, la legge speciale 771, previde una sperimentazione volta al restauro dei primi comparti. Occorre giungere al 1993, quando i Sassi e l’Altopiano murgico vennero elevati dall’Unesco a beni culturali patrimonio dell’umanità. Attualmente, sebbene il recupero totale dei Sassi non sia stato realizzato, la struttura urbanistica è tornata a vivere, accogliendo 2000 residenti, nonché diverse attività ricettive ed artigianali.
Nei Sassi Barisano e Caveoso si trovano diversi edifici religiosi, quali:
Chiese rupestri di S. Giovanni in Monterrone e S. Maria de Idris (sec.
XI e XIII)
Chiesa di San Pietro Barisano (sec. XIII)
Chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve (sec. IX - XII)
Complesso rupestre di San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù (sec.
XI "XII)
Convicinio di Sant'Antonio (sec. XII - XIII)
Chiesa rupestre di Santa Barbara (sec. XI)
Chiesa ed il Convento di Sant’Agostino eretti nel XIV secolo
La particolarità dei Sassi di Matera ha indotto molti registi di fama ad eleggerli a sfondo di numerose pellicole: La Lupa (regia di Alberto Lattuada, 1953), Gli Anni Ruggenti (regia di Luigi Zampa, 1962), I Basilischi (regia di Lina Wertmuller, 1963), Il Vangelo Secondo Matteo (regia di Pier Paolo Pasolini, 1963), C'era una Volta (regia di Francesco Rosi, 1967), L'Albero di Guernica (regia di Francisco Arrabal, 1973), Allosanfan (regia di Paolo e Vittorio Taviani, 1974), Volontari per Destinazione Ignota (regia di Alberto Negrin, 1978), Cristo si è Fermato a Eboli (regia di Francesco Rosi, 1978), Tre Fratelli (regia di Francesco Rosi, 1980), King David (regia di Bruce Beresford, 1985), Il Sole anche a Mezzanotte (regia di Paolo e Vittorio Taviani, 1992), L'Uomo delle Stelle (regia di Giuseppe Tornatore, 1994), The Passion (regia di Mel Gibson, 2004), Natività (regia di Chatrine Hardwicke, 2006).
In Piazza San Pietro Caveoso, precisamente nel Vicinato di Vico Solitario 11, si trova una grotta che funse da abitazione (c.d. casa-grotta), con ampliamento degli spazi e chiusura della bocca della grotta con pareti e porta d’ingresso. Una visita alla grotta (per la cronaca costo d’ingresso 1,50 Euro), consente di rendersi conto di come vissero gli abitanti dei Sassi, famiglie numerosissime di pastori e contadini, visto che è stato conservato l’arredamento e gli attrezzi d’epoca. Oltre al personale di sorveglianza, che accoglie ed assiste il visitatore, una voce registrata descrive quanto si vede. Accanto a tale casa-grotta si trova un'enorme grotta naturale, la cui dimensione non è dovuta all’intervento dell’uomo.
Per approfondire la conoscenza dei Sassi di Matera, suggeriamo la lettura dei seguenti testi:
- Aiello F. "Dai Sassi alle Borgate"
Rivista Nord e Sud n. 5/55 Editore BMG - Matera - Laureano P. "Giardini di pietra - I Sassi di Matera e la civiltà
mediterranea"
Editore Bollati Boringhieri - Torino - Restucci A. "Matera i Sassi"
Editore Einaudi - Torino - Tommaselli M. "Matera- città dei Sassi"
Editore Capone - Lecce - Pontrandolfi A. "La vergogna cancellata - Matera negli anni dello
sfollamento dei Sassi"
Editori Altrimedia - Matera